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Note sull’accuratezza di Google Maps


Sul sito www.gisetelerilevamento.com ho letto un interessante articolo che tratta dell’accuratezza di Google Maps che mi sento di consigliare come lettura per chi interessato questi argomenti.

Tutti, infatti, usiamo, chi più chi meno, le mappe offerte da Google, ma pochi di noi, se non nessuno, si cura della loro precisione o accuratezza.

Quest’approccio va bene se l’uso delle mappe è di tipo generalistico, meno se l’utilizzo è di tipo diverso, più specialistico o tecnico, in cui le questioni su precisione e accuratezza non sono aspetti secondari.

Come cita correttamente l’articolo le “imprecisioni”, o meglio “l’incoerenza”, delle informazioni spaziali offerte da Google sono già evidenti usando le stesse informazioni spaziali disponibili in Google Maps: provando infatti a sovrapporre alla vista “satellite” le strade si possono notare disallineamenti tra la strada visualizzata dall’immagine raster rispetto alla stessa strada offerta dal layer vettoriale. Quale delle due è quella “corretta”? L’articolo cita quella vettoriale perché si tratta di un’informazione offerta a Google da aziende terze che sono le stesse che producono le mappe per la navigazione satellitare.

Non è che l’informazione della vista satellite non sia corretta, è solo che questa presenta della deformazioni radiometriche e geometriche dovute a vari fattori, che possono essere corretti o ridotti ma non eliminati del tutto.

Assodato questo, occorre sempre poi quantificare e l’articolo riporta una misurazione effettuata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pavia. Lascio i dettagli alla lettura dell’articolo, riporto qui sono i numeri: la zona presa in esame è quella di Pavia e le misurazioni fatte hanno rilevato un errore sistematico di 16 metri verso est e di -1.6 metri verso nord.

Questo non sminuisce il valore e l’importanza della diffusione di Google Maps e i suoi parenti stretti quali Google Earth, Street View, ecc .. che grosso contributo hanno dato, continuano e continueranno a dare alla diffusione dell’informazione geografici (dati e funzioni), facendola uscire da un mondo di nicchia (cosa che gli attori classici di questo mondo non sono stati in grado di fare negli anni allo stesso modo e con lo stesso risultato), ma al tempo stesso mette un punto di attenzione sull’utilizzo di queste informazioni al di fuori di una finalità generalistica.

Estremizzando quindi non si può quindi pensare che, essendoci le mappe di Google i dati spaziali “certificati” non servano più o non le si debba mantenere, aggiornare e arricchire, perché spesso queste sono di qualità “migliore” rispetto a quelle generaliste. Mantenendo l’esempio dell’immagine della vista “satellite” di cui sopra, una ortotofo realizzata da una P.A ha una qualità uniformemente distribuita su tutto il suo territorio di competenza quindi anche nelle aree extraurbane. Ad esempio le aree dei capoluoghi o di alcune aree di interesse (es. aree olimpiche 2006 in Piemonte, la mia regione), generalmente hanno una buona qualità, ma, avete provato ad andare in zone più periferiche o di campagna? Ovviamente da un punto di vista di Google, la qualità decade.

Ovviamente poi si entra nella discussione per cui le mappe di Google sono “disponibili” mentre quelle della P.A “lo sono meno”, ma questo esula del presente post ce ne vorrebbe un altro che tratti OpenData, licenze d’uso, ecc ….

L’articolo da cui sono partito si chiude poi con alcune considerazioni, che condivido, sul fatto che Google Maps possa essere considerato o meno un WebGIS  (ammesso e non concesso che si riesca a definire in modo univoco di WebGIS ……). Anche qui rimando per i dettagli all’articolo qui cito solo una frase “….. Personalmente non credo che Google Map si possa considerare un GIS. Ritengo che sia più opportuno definirla una “mappa” per quanto evoluta possa essere. Un WebGIS dovrebbe essere in grado di realizzare analisi spaziali più o meno complesse e questo Google Maps non consente di farlo se non con la scrittura di codice ad hoc. ….. “. Aggiungerei, a livello personale, che anche con la scrittura di codice ad hoc attraverso le API fornite risulta difficile ottenere un WebGIS (di nuovo …. ammesso e non concesso che si riesca a definire in modo univoco di WebGIS ……), ma semmai una soluzione di Web Mapping decisamente evoluta.

Fonte: GIS & TLR

  1. peutinger
    14 gennaio 2012 alle 4:46 PM

    Salve,
    leggendo le interessanti considerazioni non riesco a non intervenire.
    Ha ancora senso parlare di GIS oggi. a mio avviso no o meglio non nei termini tradizionalidi un qualsiasi software a licenza chiusa o aperta che sia. Avete ragione a dire che l’informazione certificata non sparirà al cospetto di google map o simili infatti verra sussunta !!
    Intendo dire che nel momento in cui la precisione da metrica ed oltre, come è oggi, diventerà centimetrica (e potete scommetterci che questo avverrà)beh allora una qualche riflessione sul senso ad esempio dell’aerofotogrammetria ce lo dovremo porre. Comunque penso che tutto ciò sia una questione di lana caprina… proviamo a ragionare in questo modo il GIS non è un singolo sistema o programma ma l’insieme dei sistemi che trattano dati geografici sul web allora potremo contarne centinaia come ad esempio le varie elaborazioni in arcgis mapinfo grass ecc ma anche gis istituzionali come il catasto le cartografie regionali e locali ed ancora le cartografie tematiche urbanistiche ecc. Ma anche le basi di dati georeferenziati come pagine gialle elenchi di persone o cose georeferenziati toponomasticamente oppure elenchi alfanumerici o mappe di punti energetici elettrici gas acqua ecc. Ebbene penso che oggi ed ancora più domani il GIS sia tutto questo insieme e contemporaneamente ma ognuno nel suo alveo. Penso anche che emergerà la figura del GEOANALISTA (la mia professione odierna) colui cioè che riuscira ad utilizzare simultaneamente le risorse elencate prelevandole dal web in puro stile 2.0 ottimizzandone i fattori in funzione dello scopo. Già oggi è possibile sapere ad esempio risalendo da una coppia di coordinate geografiche la proprietà, la destinazione d’uso, la conformazione fisica e tecnologica di un oggetto territoriale le
    sue tendenze economiche e sociali all’interno di analisi economiche ecc. Quello che non si fa non è perchè non si puo fare ma perchè i dati non sono accessibili (almeno per il momento vedi ad esempio EULIS catasto europeo) bene mi fermo qui e vi saluto

    • 18 gennaio 2012 alle 9:30 PM

      Ciao, innanzi tutto grazie per il commento al post. Dipende da quello che si intende per GIS: strumento? Tecnologia? Insieme di strumenti, tecnologie, persone, dati, skill, ecc ….? Si dibatte da anni su quello che è o non è un GIS e non esiste una definizione universalmente accettata e spesso ci si confonde tra strumenti (siano essi propietari o open source), sistema informativo o cienza. Senza entrare nell’agone della definizione parlerei piuttosto di informazione geografica e del suo utilizzo. Credo, e negli ultimi anni lo si sta vendendo in misura sempre maggiore, che l’informazione spaziale ( o forse meglio l’estensione alla componente spaziale dell’informazione tipicamente gestionale …..) sarà sempre più utilizzata e in contesti e con strumenti sempre più diversi. Ci sono situazioni di utilizzo in cui la precisione centimetrica che citi (e sono d’accordo con te che ci si arriverà, e direi ….. per fortuna!) è strettamente necessaria (tipicamemte quelle in cui serve la massima precisione e dettaglio, per lo più casi d’uso tipicamente di applicazioni “professionali”), altre dove sarebbe eccessiva o addiritura non disponible (penza ai casi in cui, in situazioni di emergenza ci si avvale del contributo del crowdsourcing spaziale o crowdmapping per raccogliere informazioen spaziale non altrimenti disponibile come è successo nel caso del terremoto ad Haiti, ma anche solo in casi in cui vi siano “eventi” che devono essere acquisit ma che mutano rapidamente nel tempo, tipo alluvioni o incendi), e ci si deve “accontentare” di quello che c’è, per poi magari raffinarla e dettagliarla successivamente. Fortunatamente, rispetto a molti anni fa, il panorama si è ampliato notevolmente e abbiamo una maggiore versatilità sia di strumenti sia di informaziome georiferita.

  2. peutinger
    20 gennaio 2012 alle 8:23 PM

    Ciao
    Credo che l’obsolescenza della concezione tradizionale del gis come strumento sia conclamata ma credo anche che non tutti ne abbiano percepito la portata rivoluzionaria.
    La comunità continua a discutere su licenze aperte o chiuse ma perché bisogna impegnarsi a costruire un database geografico basato su layer ed overlay quando con tecniche molto più rapide posso ottenere le stesse informazioni su una base cartografica pubblica e libera (per ora) come google.
    La geometria, la topologia e tutte queste belle cose una volta sussunte nel già adesso enorme cloud googliano producono l’effetto di lasciare la libertà ed il tempo all’analista di “inventarsi” ogni giorno nuove tecniche di analisi spaziale pescando informazione geografica tra i mille luoghi disponibili ed elaborandola secondo le proprie capacità e le metodiche più avanzate.
    Il concetto fondamentale che credo la comunità stenti ad afferrare è la cosidetta cooperazione applicativa di tipo geografico, il metodo che consente all’uomo e non al sistema di fare la differenza.
    Tutte le banche dati sono e devono essere autonome, libere ed accessibili a tutti dal web e non implementate in un gis creando una sorta di dati – doppioni prelevati da una singola banca dati, pseudo elaborati nel sistema gis di turno in modo cumulativo ed in modo che non si finisca mai l’implementazione stessa, ovviamente anche con i pagamenti delle nuove release e dei relativi consulenti.
    La filosofia stessa di OSM se vogliamo rientra in questa considerazione, mettere a disposizione una carta come sfondo a tutto il pianeta per gli usi più disparati temendo che un giorno (spero mai) google chiuda l’aureo rubinetto cartografico facendo ripiombare l’umanità nel medioevo geo spaziale caratterizzato ancora dai sistemi proprietari e dall’oscurantismo dei famigerati esperti. (professionisti tecnici, consulenti ecc) Finora però la competizione la vince nettamente google e la sfida è implementare lo stesso google per gli usi temporanei soprattutto al servizio delle imprese e del mondo economico. Si potrebbe concludere con il motto “…il gis è morto …..viva il gis”

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