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Archive for settembre 2012

OpenStreetMap: chi fa cosa dove

30 settembre 2012 Lascia un commento

E’ finalmente stato realizzato un interessante e utile tool che permette di visualizzare su una mappa chi sta facendo cosa e dove su OpenStreetMap, permettendo anche di monitorare un’area per conoscere le attività in corso.

Il tool si chiama WHODIDIT

Nell’immagine, tratta dall’help dello strumentp sono evidenziate in sintesi le funzionalità offerte.

Decisamente utile!

Fonte: OSM Talk

Open Layers 3 Code Sprint

29 settembre 2012 Lascia un commento

Si è svolto in questi giorni a Vienna, presso il Research Group Cartography dell’Università, un  code sprint su Open Layers 3.

Ecco in sintesi le principali novità:

  • utilizzo di jsdoc3 per generare la documentazione dell’API
  • utilizzo del framework Jasmine  e di Travis CI (Continuous Integration)  per il testing e l’integrazione continua
  • miglioramento dell’utilizzo in campo mobile in modalità touch
  • sincronizzaizone di mappe DOM e mappe WebGL

Per ora non è stato ancora fatto un commit finale e quindi questa nuova versione di OpenLayers non è ancora disponible pe rgli utenti finali.

Fonte: OpenLayers Blog

TED talks: una mappa per visualizzare le consultazioni

29 settembre 2012 Lascia un commento

Chi non conosce i talks di TED? Ogni giorno più di 450.000 persone si connettono al sito per visualizzare un qualche intervento. Ma da dove? E che cosa guardano? I talk più recenti o quelli più “classici”?  E’ stato fatto un piccolo esperimento per rappresentare su una mappa la localizzazione di tutti i contatti di un giorno ed ecco il risultato:

Dai dettagli tecnici della soluzione (resa disponibile in modalità open source), le tecnologie utilizzate sono POSTGIS e Ruby.

Fonte: TED

Mappe Apple: Cupertino corre ai ripari?

25 settembre 2012 2 commenti

E’ notizia di questi giorni che, sebbene Apple sia entrata nel mondo delle mappe con una sua soluzione, la prima uscita non ha riscontrato un gran successo (con un sacco di ironie anche sul web).

Sembra che Apple si fosse già resa conto dei problemi, per cui già ben 10 giorni prima del lancio ufficiale di map app in iOS 6, stesse cercando ben sei iOS map engineers.

Ora sembra cercare di fare di più per risolvere il problema cercando direttamente di reclutare ex membri del Google Maps staff offrendo uno stipendio di 85.ooo dollari più le spese pagate per il trasferimento a Cupertino.

In realtà occorre considerare che potrebbe non essere sufficiente in quanto la “forza” dell’avversario  non sta tanto o solo nella differenza funzionale, ma nell’enorme base dati e nei meccanimi di gestione ed aggiornamento che nel corso degli anni, nel bene o nel male, Google ha messo in piedi e che rappresenta il vero valore aggiunto offerto con Google Maps, Street View, Google Earth, ecc … su cui Big G sta puntando anche per le evoluzioni future.

Fonte: https://twitter.com/azanetti/status/249435847965945856 https://twitter.com/geospatialnews/status/250418420225544192

Categorie:Google Tag:,

Generare panorami partendo da un click sulla mappa

24 settembre 2012 Lascia un commento

Riporto quanto apparso oggi  su Google Maps Mania perchè mi ha colpito molto.

Tre belle applicazioni che permettono, in modo diverso, di generare panorami partendo da un punto su di una mappa.

Si tratta di:

Ecco un esempio di quello che si può ottenere

Fonte: Google Maps Mania

Google Crisis Response: un video di approfondimento

24 settembre 2012 Lascia un commento

Su Geo Developers Blog di Google è apparso un post con un interessante video che offre un approfondimento su come è realizzato ed opera  Google Crisis Response.

Google Crisis Response è stato costituito nel Gennaio 2011 dopo il terremoto ad Haiti per organizzare le  risorse di Google da mettere a disposizione alla comunità in casi di eventi calamitosi di quella portata.

Il suo obiettivo è, in caso di calamità, raccogliere e pubblicare dati georiferiti ed eterogenei che possono provenire da fonti e enti diversi, su una mappa in modo unitario senza necessità di utilizzare strumenti tecnici per specialisti

Utilizza gli stessi strumenti ed API che sono disponibili agli sviluppatori esterni tra cui:

  • le API di Google Maps ovviamente
  • Google Fusion Tables per ospitare sul cloud le informazioni da condividere e rappresentare su mappa
  • Google Closure Compiler per ridurre le  dimensoni delle applicazioni Javascript based al fien di renderle maggiormente prestanti ed operative anche su dispositivi mobili
  • Google JS Test per i test unitari per JavaScript e per testare così la portabilità sui vari browser e anche per il mobile

Fonte: Google Geo Developers Blog

GFOSS DAY 2012 e OSMit2012 a Torino 14-17 Novembre 2012: call for presentation !!

18 settembre 2012 Lascia un commento

L’Associazione Italiana per l’Informazione Geografica Libera e l’OpenStreetMap Italia organizzano la quinta conferenza italiana sul software geografico e sui dati geografici liberi (GFOSS DAY 2012) e il quarto meeting degli Utenti di OpenStreetMap (OSMit 2012).
Le conferenze, che si terranno dal 14 al 17 novembre, saranno ospitate dal Centro Incontri della Regione Piemonte, Corso Stati Uniti 23,  e dal Politecnico di Torino.

Lo scopo principale della conferenza è quello di coinvolgere imprese, enti pubblici, sviluppatori, cittadini, operatori del settore ed appassionati dei temi del software libero geografico e degli open data.

Gli autori interessati a sottoporre le proprie proposte di intervento possono consultare la Call for presentation: scadenza 7 Ottobre 2012.

Anche Amazon entra nel mondo del mapping

17 settembre 2012 Lascia un commento

Ci siamo, anche Amazon entra nel mondo del mapping offrendo agli sviluppatori di Kindle Fire una “nuova” Amazon Maps API (se ne sentiva proprio il bisogno di un’ennesima API?).


Ne è stato dato l’annuncio ufficiale oggi, anche se era da un po’ la notizia circolava sulla rete.

In realtà si tratta di una collaborazione tra Amazon e Nokia che offre i propri dati (e la propria tecnologia di web mapping?): ecco la conferma dell’annuncio da parte di Nokia

Sarà quindi una lotta a 3 sul mercato dei locational data: Google inizialmente, recentemente Apple che si è resa indipendente da Google Maps, e ora Nokia che con Amazon, Microsoft e Yahoo! come suoi licenziatari amplia ulteriormente il proprio bacino di utenza.

Lotta a 3 anche sul mondo dei servizi mobile: sempre Google, poi Apple ed ora si presenta anche Amazon.

Una cosa sembra essere ulteriormente confermata: la consapevolezza dell’importanta dell’informazioen spaziale si sta sempre di più diffondendo  e sempre si più  il dato di localizzazione spaziale si prospetta come l’infrastruttura portante e trasversale per i servizi del prossimo futuro.

Fonte: Spatially Adjusted

 

 

location and mapping services mobile? Google inizialmente, recentemente Apple che si è resa indipendente da Google Maps, e ora Amazon (con Nokia,

Wired propone la mappa delle scuole a rischio sismico

17 settembre 2012 1 commento

E’ apparso oggi su Wired un articolo molto interessante sullo stato del rischio sismico delle scuole in Italia.

Al netto del contenuto dell’articolo, che suggerisco in ogni caso di leggere per avere un quadro, con tanto di numeri, di quella che è la situazione reale dello stato di sicurezza delle scuole, cito questa esperienza in qunato viene anche proposto come obiettivo quello di andare a realizzare la mappa delle scuole a rischio sismico con il libero contributo di tutti.

Una nuovo esempio di  crowdmapping “dal basso”  che cerca di sopperire alla mancanza di dati e informazioni liberamente disponbili.

Dalla lettura dell’articolo infatti emerge come questi dati non siano disponibili o, qualora lo siano, vengano forniti con reticenza e con modalità e formati che di certo non ne facilitano il loro utilizzo (si vedano le difficoltà che hanno avuto gli autori per arrivare ad un dato omogeneo e mappabile !!! ).

Viene ancora una volta evidenziata l’importanza di avere dati e informazioni in modalità open data.

Per i dettagli sulla mappa. per quello che ne ho potuto cogliere è stato utilizzato CartoDB.

Fonte: Wired

 

Le informazioni georiferite come infrastruttura per i servizi futuri di Google


Su The Atlantic è recentemente apparso un articolo che illustra, offrendo una visione da dietro le quinte, i criteri e come sono  realizzate le mappe di Google Maps spingendosi ad analizzare anche le linee di evoluzione di questo prodotto.

L’articolo è interessante perché mi ha fornito alcune informazioni che non conoscevo sulle modalità con cui viene realizzato e gestito Google Maps (altre indicazioni le avevo tratte dalle news dell’ultimo Google I/O,  primo filmato a partire dal minuto 6.20).

La parte che tuttavia mia è apparsa più interessante è stata quelle delle considerazioni su quelle che sono le linee di evoluzione, il “ruolo”  e il “peso” che Maps sta assumendo e potrebbe assumere in futuro, all’interno di Google stessa.

In particolare è importante osservare come queste considerazioni e i concetti espressi si potrebbero per certi versi  parafrasare e riportare anche in altri contesti per evidenziare in misura ancora maggiore, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il valore dell’informazione geografica e dell”infrastruttura” che questa può offrire come supporto a servizi sempre più innovativi, efficaci ed efficienti.

Google è partita come un’ azienda che produceva un motore di ricerca sul web, con un modello di business che si basava sulla vendita di spazi pubblicitari basati su quello che era l’oggetto della ricerca. Ma ora si sta evolvendo ed andando verso direzioni (forse) impensate in cui il ruolo giocato dai geo-dati è di primissimo piano.

Già prima dell’avvento del mobile, ma sicuramente in modo esponenziale dopo, Google ha compreso infatti che il “dove” tu sei rispetto al “cosa” stai cercando iniziava a diventare sempre più importate e che poteva diventare nel prossimo futuro il concetto  più importante nella ricerca stessa.

Per poter far leva su quest’aspetto Google aveva quindi necessità di avere a disposizione una conoscenza la più ampia, diffusa e precisa possibile del territorio, a partire dalle mappe,  elemento essenziale per dare contesto, ma sopratutto dalle componenti  in loro contenute finalizzati al proprio business futuro.

Sostanzialmente aveva necessità di costruire un mondo “digitale” parallelo che mappasse il più possibile fedelmente il mondo “reale”. Per certi versi può sembrare ridicolo che sia necessaria una rappresenetazione digitale di una qualcosa che conosciamo bene come il mondo ma in realtà si tratta di un qualcosa di essenziali per le finalità di business di Google.

Da qui la nascita e l’evoluzione dapprima di Google Maps, seguito poi da altri asset quali Google Earth ma sopratutto, ai fini di raccogliere tutta l’informazione possibile per i propri business,  StreetView. Le fonti dati utilizzate per produrre Google Maps sono diverse ed eterogenee come dichiarato da Google stessa, che sono integrate con un back office complesso e potente che Google chiama “Ground Truth”.

Ora Google sta puntando molto sull’utilizzo di StreetView come fonte informativa di verifica, integrazione e complementarietà di Google Maps tant’è che la mole di informazioni che sono pubblicate ogni due settimane supera oramai quello che era il totale delle immagini possedute da Google nel 2006.

Google sta facendo largo uso di sistemi di computer vision e OCR al fine di far si che ogni parola, simbolo, ecc .. visibile da una strada e catturata dalle Google Cars che raccolgono le immagini che poi finisicono a costituire StreetView, entri a far parte dell’ “indice Google” del mondo fisico ovviamente con la sua georeferenziazione.

Questo permette quindi a Google non solo di individuare e raccogliere informazioni sui nomi delle vie, sui segnali stradali, ecc . ., tutte informazioni che sono utilizzate per andare a migliorare la qualità di Google Maps, ma anche tutte quelle altre informazioni (esempio loghi di marche di prodotti di business), presenti nelle immagini che possono essere poi utilizzate per alimentare e realizzare nuovi servizi da offrire agli utenti finale. Google identifica queste informazioni come “view codes”.

Google dichiara che al momento dispone rispettivamente di circa 6 milioni di “view codes” per la parte business e di circa altri 20 milioni per la parte indirizzi.

Ma non basta: ognuno di noi ha in mente la mappa dei posti che conosciamo ed è quella che inconsciamente utilizziamo per muoverci nello spazio fisico intorno a noi. La strategia di Google prevede di avvalersi anche di queste conoscenze tra le fonti eterogenee che utilizza per ampliare e raffinare Google Maps ed è per questa ragione che è stato proposto agli utenti Google Map Maker (*)

E’ su questa mole di informazione georiferita che Google punta per cercare di superare i suoi concorrenti attuali (Apple), e i futuri.

Google è infatti ora impegnata nella lotta con Apple per chi controllerà il futuro del mobile.

Mentre Apple ha come punti di forza aspetti quali product design, supply chain management, e retail marketing Google cerca  vantaggi e si concentra nel predominio dell’informazione. In quest’ottica, sui geo-dati, e su tutte le app che si possono realizzare che li utilizzano, è esattamente dove Google può provare vincere …. perchè è Google e può fare leva sull’insieme di tutti i dati raccolti negli anni e a tutte le informazioni da essi derivate.

Questo poteva essere poco evidente sino a poco tempo fa quando anche Apple faceva affidamento su Google Maps come soluzione di mobile mapping sui propri dispositivi, ma ora Apple ha deciso di  muoversi in modo autonomo nel mondo del mapping con un proprio servizio e quindi come i due sistemi decideranno di incorporare geo-dati e presentarli all’utente finale potrebbe essere uno degli  elementi chiave su cui far leva nel campo di battaglia per il predominio sul mobile.

Considerando che ogni spazio fisico è “compenetrato” di informazione, possiamo arrivare a  considerare che tutti gli spazi fisici sono  anche spazi informativi. Se poi aggiungiamo a  questi ragionamenti quanto si può già oggi realizzare con la realtà aumentata possiamo
comprendere perchè tutti i dati georiferiti o georiferibili di Google possono diventare il  loro asset più prezioso.

Per certi versi si potrebbe arrivare a pensare che tra 50 anni Google sarà la compagnia di  mezzi auto-guidati (l’evoluzione delle  Google Car di oggi …..), basati su una rappresentazione  digitale del mondo estremamente ampia e dattagliata e che avrà, tra gli altri asset aziendali  “anche” un motore di ricerca sul web.

In tutta questa visione futuristica di Google emerge però un fattore centrale e fondamentale perchè il tutto regga: l’intervento  umano.

Il  funzionamento di Google Maps ha un’analogia con un altro strumento di Google stesso e precisamente Google Translate: infatti questo si basa su una gran massa di testi tradotti in linguaggi diversi che, opportunamenti indicizzati, vengono usati per estrarre parole o frasi  che abbiano un match. Quindi è vero che ci sono gli algoritmi di ricerca, ma il tutto si basa sull’intelligenza umana che ha provveduto, nel tempo, a tradurre i testi.

Per Google Maps il parallelo con i testi  tradotti sono gli operatori di Google che trasformano il mondo reale in componenti digitali
usando fonti diverse ed eterogenee, mentre il parallelo degli  algortmi sono le  tecniche di tiling che producono i tasselli per rendere più prestante la  consultazione delle mappe.

Da qualche parte sarà sempre necessario che ci siano delle persone (la pletora di operatori Google che mettono insieme le diverse fonti eterogenee oppure i singoli utenti che usando MapMaker  contribuiscono alla crescita e al mantenimento della base dati),  che sappiano tradurre in forma digitale il mondo reale e mentenere questo mondo digitale  parallelo aggiornato rispetto alle evoluzioni continue del mondo reale.

(*)
E’ bene ricordare che, sebbene Google Map Maker e OpenStrettMap hanno finalità logicamente  simili, le due iniziative sono profondamente diverse. OpenStreetMap è un progetto open source e  quindi di tutti e che si evolve con il contributo di tutti, OpenStreetMap non offre  solo la consultaizone della mappa in tiles come avviene per Google Maps ma permette anche di  fare il download dei dati, cosa che Google non permette.

Google Maps resta proprietà di un’azienda privata e anche se si usa MapMaker o si segnalano bachi le nostre segnalazioni non sarannno mai restituite come dati e Google ci farà business e l’unico  ritorno che ne possiamo avere è che noi stessi fruiamo di servizi di qualità migliore.