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Archive for dicembre 2011

Immobili fantasma, revisione delle rendite, IMU, ecc … : pagare tutti per pagare meno?


In questo periodo è di piena attualità l’argomento della tassazione sulla casa: reimmissione dell’ex ICI, ribattezzata IMU, con la prima parte della manovra Monti, e ora si parla di revisione delle rendite catastali, maggiore lotta all’evasione sugli immobili, ecc …

Con la circolare 7 /2011 del 18 Novenbre 2011 dell’Agenzia del Territorio, si definiscono le modalità di aggiornamento delle banche dati catastali, in seguito all’attribuzione della rendita presunta ai fabbricati non dichiarati al Catasto.

La Circolare specifica anche le modalità di trattazione degli atti e la loro notifica ai proprietari dei cosiddetti “immobili fantasma”. La determinazione della rendita presunta riguarda le particelle sulle quali, grazie alle operazioni di fotoidentificazione, sono stati rilevati manufatti non dichiarati in Catasto. Per questi immobili, i proprietari avrebbero dovuto provvedere all’accatastamento entro il termine del 30 aprile 2011, come stabilito dalla legge del 26 febbraio 2011, n. 10.

In assenza dell’adempimento spontaneo, i tecnici catastali e i professionisti iscritti agli Ordini che hanno aderito ai Protocolli d’intesa con l’Agenzia, stanno svolgendo le attività di sopralluogo, a seguito dei quali individuano le unità immobiliari oggetto di accertamento e predispongono le relative proposte di aggiornamento catastale. Gli esiti degli accertamenti sono registrati nelle banche dati catastali, con la conseguente attribuzione della categoria, della classe corrispondente a quella media della zona censuaria di appartenenza e della rendita catastale presunta. Le particelle interessate da fabbricati non dichiarati e le corrispondenti unità immobiliari urbane sono evidenziate con specifiche annotazioni.

A questo proposito, la Circolare n. 7/2011 definisce le modalità tramite le quali sono effettuati gli aggiornamenti dei diversi database e descrive le operazioni che i tecnici dell’Agenzia devono eseguire al fine di rendere coerenti i documenti catastali con la situazione attuale degli immobili regolarizzati.

Sono inoltre illustrate le regole per la predisposizione degli atti di aggiornamento catastale, relativi agli immobili oggetto di attribuzione della rendita presunta, che verranno presentati, successivamente, da parte dei tecnici professionisti.

Insomma una grande ufficialità che sembra davvero far presagire una stretta verso coloro che continuano a mantenere i propri immobili “estranei” al Catasto e, di conseguenza, “estranei” alla tassazione che su di esse dovrebbe, per equità, gravare.

Come per ogni fenomeno sarebbe opportuno “misurare” la sua estensione e volume anche per capire di quale mole di lavoro di tratta (e nel caso, potenziare a mo’ di “investimento”, le risorse, sia umane sia tecnologiche da dedicarvi), anche se le sensazione è che si stia parlando di un fenomeno piuttosto esteso.

Riporto come esempio, anche per illustrare “visivamente” quello che viene citato nell’ordinanza come ” …..  grazie alle operazioni di fotoidentificazione, sono stati rilevati manufatti non dichiarati in Catasto ….”, quindi quello che “vede” / “può vedere” l’Agenzia del Territorio (e non solo lei in realtà ma anche tutti i Comuni che hanno a disposizione queste informazioni), una immagine che è il risultato della sovrapposizione su una ortofoto del livello degli edifici del Catasto su una porzione di territorio campione (ovviamente la zona è stata resa “anonima” ed è solo a scopo esplicativo …..)

In rosso ho evidenziato quelli che sono i casi per lo meno “dubbi” in cui è presente un edificio (lo si vede nella ortofoto !!!!!), ma lo stesso non è presente a catasto. La zona di territorio è piuttosto ristretta e non è la peggiore dal punto di vista di queste “discrepanze” per cui la sensazione che il fenomeno sia discretamente difffuso e che il lavoro da parte dell’Agenzia sia davvero molto e i tempi, per ottenere i risultati attesi, non brevi.

Al tempo stesso però, proprio se il fenomeno è così relativamente esteso, questo è anche il segnale che occorre intervenire su vasta scala e anche farlo piuttosto in fretta (vista la situazione generale del paese, le difficoltà economiche e nel reperire fondi mi verrebbe da dire “….se non ora quando ?” mutuando un recente slogan), perchè è un modo per fare maggiore equità fiscale e quidi cercare di raggiungere quell’obiettivo tanto atteso di pagare tutti per pagare meno.

Le tecnologie a supporto ci sono e sono mature (non certo la mera sovrapposizione visiva con cui ho realizzato la figura di cui sopra …..),  ma occorre fare in fretta e trovare risorse, supporto e sinergie tra i vari livelli della pubblica amministrazione, sia centrale sia locale.

Quanto detto sinora vale per i casi eclatanti in cui l’intero immobile sia assente dai data base dell’Agenzia del Territorio mentre poco può fare in tutte quelle situazioni in cui vi sia una errata o non aggiornata attribuzione catastale dell’immobile o dell’unità immobiliare.

Anche qui l’attuale tecnologia e i servizi disponibili possono fornire un valido supporto. Partiamo dallo stato dell’arte in cui le informazioni del Catasto, tramite il progetto SIGMATER, sono offerte ed esposte (ad accesso autenticato), tramite servizi georiferiti per cui data la localizzazione di un edificio, immobile, particella, è possibile risalire all’informazione censuaria: associando questo a tecnologie di realtà aumentata sarebbe tecnicamente possibile avere la possibilità  di avere degli strumenti di ausilio / verifica, da usare direttamente sul territorio, per cui semplicemente “puntando” il dispositivo mobile su un edificio che è visualizzato sullo schermo della camera, “vederne” sovraimpresse le informazioni censuarie associate provenienti direttamente dal Catasto. Sostanzialmente quello che già si fa già con applicazioni di uso turistico con la realtà aumentata ma applicate a contesti più tecnici.

Per cercare di esprimere meglio il concetto riporto un video che ho già citato in un precedente post suggerendo di consultarlo a partire dal minuto 1.50:

Dati dei trasporti in formato GTFS disponibili a tutti?


Sul sito de.straba.us è apparso un post che suggerirei di leggere che parla di dati dei trasporti che Google utilizza nel proprio servizio Google Transit, forniti dalle agenzie di trasporto (o da terzi), in formato GTFS (General Transit Feed Specification) per cui Google fornisce specifiche e strumenti.

Ciò che Maurizio Napolitano correttamente suggerisce nel suo post, dopo aver scovato che a livello italiano sono ben 12 le agenzie che forniscono a Google questi dati in questo formato, è che sarebbe opportuno che questi feed di dati fossero disponibili a chiunque e non solo per Google, per permettere a terzi di usare questi dati per creare nuovi servizi, nuove idee, nuovi progetti, ecc …. anche maggiormente “ritagliate” e calate sulle realtà dei territori, visto che tra l’altro ci sono strumenti, anche open source quali OpenTripPlanner in grado di interagire con il formato GTFS

Fonte: de.straba.us

 

Infrastructure Modeler: videocorso gratuito!


Sul blog BIM Academy è apparso un interessante post che annuncia la disponibilità di un video corso gratuito per imparare ad utilizzare il prodotto Autodesk Infrastructure Modeler.

Di questo prodotto, per la costruzione delle città digitali 3D, avevo già ato annuncio un alcuni post precedenti (qui, qui e qui), ed quindi ora questo videocorso e la possibilità di scaricare una versione di prova del prodotto stesso apre la possibilità, a chi interessato, di approfondire.

Nel post tra l’altro trovate anche rifierimenti a doev poter scaricare dati (open), da utilizzare nelle prove.

Fonte: BIM Academy

 

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Open StreetMap e dati commerciali TomTom / TeleAtlas: uno studio confronta la situazione in Germania


E’ stato da poco pubblicato uno studio dell’Università di Heidelberg che ha messo a confronto l’evoluzione del progetto Open StreetMap (OSM) con il dataset commerciale offerto da TomTom / TeleAtlas sul territorio della Germania per un arco temporale che va dal 2009 al 2011.

La diffusione e il livello di copertura territoriale di Open StreetMap sono, per loro natura, molto eterogenei a livello mondiale, ma sicuramente sul territorio tedesco il livello di dettaglio raggiunto da OSM rappresenta una situazione di eccellenza.

Per quello che riguarda le informazioni disponibili per il car navigation a livello di rete stradale, lo studio fa emergere che, alla data di Giugno 2011, la differenza tra OSM e il dataset propretario è solo del 9% a favore ancora di quest’ultimo e che a livello di copertura delle rete stradale OSM supera del 27% quella do TomTom, differenza che si porta al 31% se si considerano anche i percorsi pedonali.

A favore, e di gran lunga, del dato commerciale sono invece ancora le informazioni relative ai limiti di svolta che sono pari a circa 174.000 e che invece sono solo di cirica 28.000 in OSM, cosa che forse fa emergere che nella comunità c’è forse maggiore interesse e propensione a “creare” un dato che non esiste ancora, magari in modo anche non completo in termini di descrittive, che non andare ad arricchire delle stesse dati geometricamente già presenti.

Fonte: Directions Magazine

Come l’uso di un GIS può supportare nell’orientamento scolastico


Ogni anno molte famiglie si trovano ad affrontare l’annoso problema di dove mandare i propri figli a scuola a seconda degli interessi o delle propensioni da questi dimostrati. Le scuole e le istituzioni cercano di offrire diversi strumenti per il cosiddetto “orientamemto scolastico”, allestendo siti informativi, creando eventi all’interno delle scuole stesse a scopo promozionale, ecc …

In tutte queste inziative non mi è mai capitato di vedere offrire strumenti che permettano di aggiungere, tra i parametri di valutazione della scelta dell’istituto scolastico, fattori come la loro più o meno facile “raggiungibilità”, quindi dei criteri “spaziali”. So da me che sono aspetti complicati e che si devono tenere conto di diversi fattori, e non sempre applicabili sull’intero territorio (si pensi alla realtà di scuole in zone di montagna ad esempio), ma al tempo stesso sono anche aspetti di fodamentale importanza, non fosse altro per l’impatto quotidiano che comportano e mi ha sempre stupito il fatto che, in aree dove questi aspetti siano maggiormante “trattabili” quali le aree cittadine, ciò  non venga mai fatto.

Nei post che mi è capitato di leggere in questi giorni quello relativo al progetto DiscoverBPS della città di Boston (e quindi non un’area pilota “semplice” …), è il primo in cui mi sono imbattuto particolarmente degno di nota e quindi ve lo segnalo.

Il progetto si propone di offrire un servizio di ausilio alla scelta della scuola fornendo una mappa che identifichi la scuola “più vicina” ma non basandosi sulla semplice analisi di prossimità in un certo intorno massimo a partire dall’indirizzo di residenza come potrebbe essere illustrato dalla seguente figura

quanto piuttosto fare una vera a propria “mappa della raggiungibilità a piedi” (walkshed map), che consideri tutta una serie di fattori influenti, e quindi una mappa come questa

molto più utile e selettiva.

Ovviamente maggiori sono i fattori influenti che vengono presi in considerazione più utile è lo strumento.

Da notare, a livello tecnico, che sebbene il post sia apparso sun blog di casa Google, in questo caso non sono stati utilizzanti tools del gigante di Mountain View quali Google Maps Distance Matrix API, bensi  strumenti open source come POSTGISpgRouting (che estende PostGIS per fornire funzionalità di routing geospaziale), a dimostrazione di quanto siano  oramai potenti e apprezzate le soluzioni open source e di come soluzioni progettuali “miste” tra tecnologie open source e commerciali risultino essere sempre si più il mix vencente.

Il progetto verrà proposto in uso dalla città di Boston per l’anno scolastico 2013.

Fonte: Google Geo Developers Blog

QGIS: OSM like Google Maps & Time Manager


In ambito QGIS sono recentemente apparsi un paio di interessanti post che illutrano come:

Il primo è interessante in quanto, seppur vada a “scimiottare” quanto fatto da altri, al tempo stesso segue quello che è una sorta di standard “de facto” con cui molti utenti si trovano oramai familiari, il secondo invece illustra come, funzionalmente, utilizzare un utile plug-in che va a soddisfare un requisito di business sempre più presente.

Fonti: Spatial Galaxy, Free and Open Source GIS Ramblings

 

 

Il geo-post di Natale


Ci siamo …..  è Natale!!!! Approfitto di questo post per fare gli auguri a tutti coloro che seguono questo blog, spero per trovare idee interessanti tra le cose che cerco di raccogliere, ma anche a tutti coloro che possono esserci capitati e ci capiteranno su per caso magari anche in questi giorni di festa.

Non si può “regalare” nulla da un blog se non parole, idee, opinioni con le quali, tra l’altro, non è detto che si debba essere tutti d’accordo, anche se lo scambio accresce un po’ tutti coloro che vi partecipano, e quindi come ideale “regalo di Natale” mi permetto di citare un avvenimento che mi è capitato qualche tempo fa legato a questo blog e al tema del mapping di “eventi”.

Si tratta di un progetto che si chiama “Mapping Kisses” che si prefigge come obiettivo quello di creare una mappa del mondo in cui si possono “taggare” i luoghi in cui ci si ricorda di aver baciato qualcuno.

Sono anni che mi occupo di GIS, web mapping, georeferenziazione, ecc … ma questa è una delle inziative e un esempio di applicazione tra le più “strane”  in cui mi sia capitato di imbattermi, ma al tempo stesso mi ha incurisoito quando la sua autrice, una studentessa italiana che vive a Londra, mi ha contattato per alcuni suggerimenti (per i dettagli ecco un’intervista con l’autrice).

Questa volta il post non parla di tecnologia, di strumenti, di piattaforme, di progetti, ecc … ma vuole dare una emozione leggera, in linea con il clima natalizio e magari, perchè no, fornire un’idea, quella di mappare il luogo dove quest’anno a Natale darete un bacio a tutti coloro a cui volete bene, genitori, amici, mogli, mariti, figli, ecc …

Tanti cari auguri di Buone Feste, Buon 2012 e un abbraccio a tutti !!!!!

Cesare

Segnalazioni sul territorio, disaster management, ecc ..: lo standard OGC GeoSMS può essere utile


Tra i vari standard proposti da OGC il GeoSMS è probabilmente poco noto e ancora a livello di “candidate”,  ma potrebbe rivelarsi particolarmente utile e interessante se utilizzato per raccogliere segnalazioni sul territorio in particolare se associato a dispositivi mobili dotati di GPS, come i sempre più diffusi smartphone e ad app dedicate che semplifichino la raccolta georiferita e multimediale di informazioni / eventi.

Ecco un piccolo video che illustra come e in quali situazioni  si potrebbe utilizzare e sfruttare il protocollo

Il seguente post si illustra come la  piattaforma Ushahidi intenda includere il supporto del protocollo all’interno della sua soluzione mobile così che possa essere  utilizzata in contesti diversi per raccogliere informazioni geo-taggate.

Fonte: Ushahidi Blog

Utilizzo delle tecnologie GIS nella lotta al cancro


Su All Points Blog è apparso un interessante post su come l’utilizzo delle tecnologie GIS può contribuire ad aiutare nella lotta contro in cancro, diventando prezioso strumento da utilizzare in fase preventiva.

L’articolo a cui viene fatto riferimento tratta il caso del tumore al seno, ma il pricipio illustrato è applicabile in generale.

Partendo dal presupposto che il fattore “tempo”, e quindi una diagnosi precose, è determinante nella lotta contro questo male non ancora debellato, ma che anche un’informazione adeguata aiuta ad indirizzare e orientare gli accertamenti, il processo ipotizzato parte dall’incrociare tutta una serie di informazioni, tradizionali e georiferite, disponibili e attinenti al caso in esame (tumore al seno), allo scopo di individuare  tramite delle “heat maps” quelle aree in cui l’insorgenza di un certo fenomeno (esempio una percentuale di casi superiore alla media), sui cui forse è bene concentrare da un lato sia l’analisi delle condizioni ambientali generali sia intensificare maggiormente la prevenzione e le visite di controllo proprio perchè sarà in quelle zone che si avrà la piùalta probabilità di salvare un maggior numero di vite umane.

Fonte: All Point Blog

 

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“Prodotti proprietari” versus “prodotti open source” nel mondo GIS: meglio un approccio ibrido?

2 dicembre 2011 4 commenti

Nell’ormai annosa questione se sia meglio utilizzare tools proprietari od open source nel mondo delle soluzioni GIS quest’anno abbiamo assistito ad una nuova presa di posizione da parte di ESRI (vedi ArcNews Sping 2011 e anche nelle Q&A preliminari della ESRI UC 2011 da parte di Jack Dangermond direttamente), che sostanzialmente suggerisce che la scelta migliore non è atanto quella “integralista” quanto quella che, in una sempre maggiore ottica di integrazione tra i due mondi basata sull’adozione e utilizzo di protocolli & standard aperti del mondo ICT, punti a sfruttare le peculiarità e le potenzialità degli strumenti disponibili sia nel panorama del mondo GIS commerciale sia di quello del mondo GIS open source.

ESRI stessa ha recentemente fatto passi avanti verso il mondo open source entrandovi per la prima volta mettendo alcune sue soluzioni disponibili come open source, quali ArcGIS Editor for OpenStreetMap,  Esri Geoportal Server il che è stata una grossa novità rispetto alle sue posizioni del passato.

Sul blog di Open Geo è apparso oggi un post che va nella medesima direzione, caldeggiando anch’esso un approccio ibrido partendo da considerazioni quali quelle che la suite di OpenGeo è in grado di connettersi ad un gran nunero di database proprietari tra cui anche ArcSDE, Oracle Spatial, IBM DB2, e Microsoft SQL Server e che con GeoCat Bridge è possibile pubblicare dati sul web direttamente da ArcGIS Desktop.

Sembra quindi si sia (o si stia …..), intrapresa una strada di una sempre maggiore integrazione ed interoperabilità: in medio stat virtus quindi? Vedremo